Fara, insieme alle due figlie Luna e Cora, è al settimo cielo. Fa un bel salto dal fuoristrada con un’espressione intelligente, tipica della sua razza, e scodinzolando si avvicina a noi calpestando le foglie secche di un bosco di querce.
Tutti e tre i lagotti chiedono attenzioni. Ma noi siamo già stati avvertiti dai loro proprietari, nessuna coccola, nessuna carezza, per non distrarli dalla loro missione. Per questo facciamo finta di nulla. “Dai andiamo”, grida il capogruppo, ed è un imperativo che coinvolge tutti, non solo i tre cani.
L’aria serena del sud
Comincia così la mia prima esperienza di cerca e cavatura del tartufo. E che c’è di così straordinario, vi state chiedendo, vero? Di straordinario c’è che non mi trovo in Piemonte o in Umbria, già famose per questa esperienza, ma vado in cerca di tartufo in Puglia, nella mia amata terra.
Sì, avete capito bene. Più precisamente sono in Salento, a Giurdignano, a soli 5 chilometri dalla rinomata Otranto. Qui si può assaporare l’aria serena del Sud e ritrovare sé stessi. Armonia e senso di pace regnano nell’entroterra dello stivale che tra due mari, l’Adriatico e lo Ionio, è sempre più amato dai turisti italiani e internazionali.

Con Aldo e Giuliano Borgia a “cavare” tartufo in Puglia
A farci vivere questa “avventura” straordinaria, insieme ai tre lagotti, ci sono Aldo e suo figlio Giuliano Borgia, i primi imprenditori pugliesi ad aver creato un’azienda tartuficola con filiera completa, che va dalla coltivazione al prodotto trasformato. Pensate che con l’estratto del tartufo danno vita anche a creme viso antiage, sieri lifting schiarenti e persino a una birra artigianale prodotta in edizione limitata!
Mentre ci inoltriamo nel bosco, i cani, chi da una parte, chi dall’altra, cominciano a scavare senza interruzione. “Eccolo”. “Ce n’è uno anche qui”. “Forza Fara, cerca ancora”. E in men che non si dica trovano un bel po’ di “pepite nere”. “È il nuovo oro di Puglia” ci dice Aldo. Siamo nel Salento dove più drammatici sono stati i danni arrecati dalla Xylella all’olivicoltura. Qui dove fino a pochi anni fa l’oro era dato dagli ulivi, adesso potrebbe essere il tartufo e la tartuficoltura una delle strade più percorribili per una parziale rigenerazione e riconversione dell’economia del territorio.
Prima Festa del tartufo a Giurdignano
Che il nuovo oro pugliese sia il fungo ipogeo, non sono solo i Borgia ad affermarlo. Di questo e di molto altro si è parlato nell’ambito della prima edizione della Festa del Tartufo di Giurdignano. Ad organizzarla il presidente di Puglia Expo, Michele Bruno, che con il suo grande intuito e in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale, capitanata dal lungimirante primo cittadino, Monica Gravante, continua ad alimentare il fermento pugliese e a costruire la sua scena enogastronomica. Sono stati tre giorni ricchi di eventi, approfondimenti, letture, curiosità, riflessioni, degustazioni ed esposizioni.

Tutti concordi che non di soli mari, suli e ientu può vivere il Salento e che ben venga il tartufo, che può diventare una nuova chiave attraverso la quale far conoscere al palato e agli occhi di tutto il mondo quei tesori naturali, culturali e colturali della nostra straordinaria regione.
Il “borgo autentico” diventa “città del tartufo”
Alla kermesse erano presenti anche il presidente dell’Associazione Nazionale Città dei tartufi, il dottor Michele Boscagli e il direttore Antonella Brancadoro. Per l’occasione, Giurdignano, già tra i Borghi Autentici d’Italia, ha fatto il suo ingresso ufficiale tra le “Città del Tartufo”. Un riconoscimento importante che, ad oggi, unisce 70 città italiane che hanno in comune la produzione del tartufo, la commercializzazione e la promozione turistica a esso collegata. Un riconoscimento che dona ancora più prestigio a questo paese pugliese, che si trova a solo una manciata di chilometri dalla costa adriatica. Un piccolo centro di solo due mila anime dove la vita ha ancora i ritmi delle stagioni e delle tradizioni e dove è possibile “rifugiarsi” in cerca di sapori genuini, silenzio e poesia, immersi in un autentico scenario da cartolina.

Il Giardino megalitico d’Italia nella terra del tartufo in Puglia
Giurdignano, considerato il Giardino megalitico d’Italia per i suoi diversi dolmen, menhir e le pietre antiche che lo circondano, si dipana tra strade lastricate, case a corte, frantoi ipogei scavati nella pietra, dove un tempo si produceva l’olio, cripte bizantine ricavate in un banco tufaceo, come quella di San Salvatore risalente all’VIII secolo. Lo scopriamo passo dopo passo immersi nel silenzio e senza folla. Un sogno insomma. Un sogno ancor più evidente quando al calar del sole, nel momento magico della giornata, mentre dalle case riecheggia il profumo delle cucine e del tartufo e le pareti bianche trasudano storie di lavoro e di vita vissuta, è tanta la sensazione profonda di essermi allontanata nel tempo e nello spazio. È la magia della mia terra. È la magia della Puglia più vera.
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