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Carovigno e la ‘Nzegna: una Pasqua tutta da vivere

Chi ha visitato Carovigno, suggestiva cittadina pugliese, adagiata sulle ultime colline delle Murge, avrà notato che la cartellonistica stradale, all’ingresso del paese, dà il benvenuto ai turisti con la definizione: “Carovigno città della ‘nzegna”. A noi carovignesi ci avranno chiesto mille e mille volte cosa sia la ‘nzegna. Spiegarlo non è facile perchè le emozioni sovrastano la ragione quando occorre raccontare qualcosa di così intimo…Ci proverò lo stesso a farlo!

Cos’è la ‘Nzegna di Carovigno?

Partiamo dal nome. La ‘nzegna è una bandiera composta da triangoli multicolori di stoffa, disposti intorno ad un quadrato, all’interno del quale è raffigurato un fiore a dieci petali, la rosa mistica. Un’insegna mariana ricca di simboli e colori che rispecchiano il culto mariano bizantino. La bandiera, inoltre, rappresenta un significativo simbolo di pace sancita tra la comunità latina, presente nel paese, e quella greco ortodossa, di stanza nel territorio circostante. Non è un caso, infatti, che la “battitura della ‘nzegna” si tenga nei giorni dedicati alla Pasqua Ortodossa.

La leggenda

La tradizione della ‘nzegna rimanda alla leggenda medievale di un nobile signore di Conversano, malato, a cui andò in sogno la Vergine, annunciandogli che sarebbe guarito se fosse andato a pregare di fronte ad una sua immagine custodita nel territorio di Carovigno.

Il signore si avviò con il suo seguito di pastori e animali, ma nessuno a Carovigno era a conoscenza della presenza dell’effigie di una Madonna dal manto stellato. Sconsolato, il signore con il suo corteo decise di avviarsi verso la strada del ritorno, quando un pastore si accorse che mancava una mucca. La cercò per ogni dove, quando, improvvisamente, cadde in un dirupo coperto da sterpaglie. Il mandriano, con enorme stupore, ritrovò la giovenca smarrita inginocchiata di fronte all’icona di una Vergine, affrescata sulle pareti di una grotta. Per la gioia immensa provata nell’aver ritrovato la sacra effigie e l’animale, il pastore iniziò a sventolare un fazzoletto multicolore che aveva alla vita. Queste evoluzioni del giovane mandriano sono quelle rievocate tre volte all’anno, da secoli, il lunedì, il martedì ed il sabato dopo Pasqua da due battitori.

La “battitura della ‘nzegna”

La ‘nzegna prende vita con la “battitura”, dove la bandiera diventa un tutt’uno con il battitore, che la fa roteare attorno al corpo e alle gambe per poi farle spiccare il volo. Tre colpi di grancassa scandiscono i tre passi dei due battitori che dal bordo del cerchio di persone, si portano verso il centro. E il respiro di ogni carovignese qui si ferma. Il cuore batte al ritmo della grancassa. Bum       bum       bum. I due battitori si inchinano di fronte alla statua della Madonna di Belvedere e danno inizio alla danza di fede al ritmo del tamburo, del rullante, del piffero, del tamburello e della grancassa. Un rito storico religioso che per noi carovignesi è anche passione e trepidazione perchè l’eventuale caduta della bandiera per terra, durante le evoluzioni del battitore, rappresenterebbe un cattivo presagio per la città.

I simboli della ‘nzegna

Il rito della ‘nzegna è una preghiera che si fa danza, musica, colore, stupore, gioia. E che è soprattutto comunità. Una comunità che si ritrova unita a pregare, sospirare, fremere, gioire attorno ad un cerchio, dove due “battitori” fanno volteggiare in aria, a ritmo, due vessilli multicolori. Il cerchio che è vita in un abbraccio che unisce e protegge. La bandiera che libra nell’aria e che sinonimo di libertà, di vitalità, di resilienza nonostante tutto. Le chiavi della città che vengono consegnate alla protettrice, la Madonna di Belvedere, un simbolo di grande devozione popolare e richiesta di protezione.

La Madonna di Belvedere in processione a Carovigno - ph. Angela Catamerò
La Madonna di Belvedere in processione a Carovigno – ph. Angela Catamerò

Il corteo storico a Carovigno in Puglia

I giorni della ‘nzegna sono i giorni della festa per Carovigno, in cui tutta la comunità partecipa attivamente allo svolgimento dei vari riti. Alle varie processioni che si svolgono durante le tre giornate di festeggiamenti partecipano, oltre alle autorità civili e religiose e alle confraternite, più di 300 figuranti in costumi medievali e gli sbandieratori, appartenenti ai tre gruppi della città.

Un tripudio stupefacente di colori e suoni, dove le trombe squillanti dei musici si mescolano al rullio dei tamburi e allo sventolio delle bandiere. Un corteo allegro e sontuoso al tempo stesso, dove i gruppi sbandieratori mostrano con fierezza la bravura delle loro evoluzioni, mentre i musici creano nuovi ritmi provati e riprovati per un anno intero e i figuranti sfilano con i loro splendidi costumi realizzati a mano. Un trionfo dell’artigianalità e delle tradizioni che ogni anno mi commuove. E che incanta e stupisce i tanti turisti che, sempre più numerosi, accorrono a vedere la nostra Carovigno in festa.

Il territorio di Carovigno

Carovigno non è soltanto la ‘nzegna naturalmente. E non si visita soltanto a Pasqua. Ma le feste pasquali, con la loro bella coda di ponti vacanzieri come il 25 aprile ed il 1 maggio, possono costituire una bella occasione per visitare un territorio tutto da scoprire.

La città vanta uno dei castelli più belli di Puglia, il Castello Dentice di Frasso, a pianta triangolare, dall’originalissima torre a mandorla. Un gioiello incastonato tra le mura medievali del borgo antico medievale, in cui stretti vicoli conducono ad amene piazzette, in cui affacciano bianche case imbiancate a calce dai profumatissimi balconi fioriti.

A tre chilometri dalla città, il Santuario della Madonna di Belvedere, luogo di grande suggestione, che induce alla meditazione e alla preghiera, costruito su grotte abitate dai monaci basiliani nell’Alto Medioevo.Le pareti di queste grotte presentano affreschi di pregevole fattura, tra cui l’icona della Vergine con il Bambino, a cui si rifà la leggenda della ‘nzegna, meta continua di pellegrinaggi.

Con i suoi 18 km di costa, Carovigno può ben definirsi una delle perle della costa adriatica pugliese, costellata da incantevoli spiagge di sabbia bianca intervallate da calette rocciose bagnate da un mare cristallino. Il porticciolo turistico di Torre Santa Sabina è una pittoresco borgo di pescatori che in estate si popola di vacanzieri che amano crogiolarsi al sole delle sue bianche spiagge o rilassarsi passeggiando sul lungomare, da cui si possono ammirare incantevoli tramonti sul mare.

Punta di diamante della marina di Carovigno è certamente la Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto, un paradiso di dune sabbiose, macchia mediterranea e spiagge nascoste, all’ombra della maestosa torre che dà il nome al Parco.

Riserva di Torre Guaceto vista dall'alto
Riserva di Torre Guaceto vista dall’alto

Consigli utili

Tra hotels, resorts, masserie di lusso, b&b e case vacanza, c’è davvero l’imbarazzo della scelta per chi sceglie di soggiornare a Carovigno o tra le strutture ricettive ubicate nella marina. Stesso dicasi per chi vuole farsi prendere dalla gola. La maggior parte delle trattorie del centro storico e di Piazza ‘Nzegna preparano i gustosi piatti tipici della tradizione gastronomica pugliese, come fave e cicorie, orecchiette con braciole e polpette, “gnummarieddi” alla brace (involtini di fegato). Spostandosi verso il mare, le specialità di pesce sono predominanti nel menù, con piatti a base di cozze, pesce fresco, fritture di paranza o grigliate.

 Un posto informale dove poter apprezzare ottimi piatti a base di pesce fresco, innaffiati da profumato vino locale è:

Puerto Escondido – specialità di pesce – aperti a pranzo e cena – Piazza Fedro – Torre Santa Sabina di Carovigno. Tel. 3396335993 – 3205746485 gradita la prenotazione

E comunque, ve lo posso assicurare, ovunque scegliate di andare a Carovigno o al mare sarà sempre una delizia per gli occhi e per il palato. Quindi? Che aspettate ancora? Lasciatevi conquistare dall’ospitalità della mia gente, ci ritornerete ancora…e ancora…e ancora! Buona Pasqua a tutti!

Annamaria Petrosillo

Teenager vintage e instancabile sognatrice, sempre con la testa per aria ed il naso all’insù. Puglia nel cuore e mare nell’anima.

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