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Ceglie Messapica: Seduti in piazza per scoprire la Puglia

Ceglie Messapica in Puglia è l’ombelico del tacco di’Italia. Volete sapere perchè?

Scopritelo con me!

L’ombelico pugliese?

Il fulcro da dove tutto si muove e viene mosso? Forse stenterete a crederci ma la verità è che il centro direzionale del mio Tacco d’Italia è un tavolino di un bar, con un’insegna moderna, dove di moderno c’è davvero ben poco. Curiosi? Si trova in Piazza Plebiscito a Ceglie Messapica in Puglia. È il paese che mi ha visto nascere. La mia isola del cuore. Il cuore di una terra autentica alla quale auguro ancora tanti, ma proprio tanti anni di autenticità.

Quando ho bisogno di sentirmi davvero in Puglia, vado lì. Quando sto per finire il “tour dei forse” e devo prendere una decisione importante, è quello il mio posto.

Fra le strade acciottolate

Quando sento la necessità di far parte di un nucleo, di una comunità, di famiglia allargata, lascio la campagna e la città alle spalle, m’intrufolo fra le strade acciottolate dalla storia, annodate dal candore e infiocchettate dai panni stesi al sole e sbuco lì dove, un orologio in cima ad una torre, non segna mai l’ora esatta, per chi sa quale motivo. Mi siedo, e a seconda dell’orario, ordino un caffè e una brioche, oppure un aperitivo con il tris. Il tris? Beh il tris qui è d’obbligo, olive, taralli e patatine, insieme alle tartine. Tartine? Sì le “chiamano” tartine, ma sono crostini ben conditi, per accompagnare l’aperitivo! Non fatevi altre domande. Mangiateli. Vi leccherete i baffi sicuramente.

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In Piazza Plebiscito

Stando seduti in piazza Plebiscito a Ceglie Messapica in Puglia, vi renderete subito conto che di “ben condito”, da queste parti, non ci sono solo le “tartine”. Vi basterà aguzzare tutti i sensi. Ad accompagnarvi ci sarà “fratello sole“. È lì come una sentinella e vi abituerete subito alla sua presenza. Non vi lascerà mai, anche se, a volte, proverà a giocare a nascondino!

Una raccomandazione? Non abbiate fretta. Più tempo passerete qui, seduti, e più vi sarà chiara la Puglia. Qui capirete alla perfezione cosa vuol dire “buon vivere”. Tutti s’incontrano in piazza. Vanno in piazza. Scendono in piazza. In quel luogo non luogo, affluiscono continuamente pensieri, affari ma soprattutto promesse.

Km 0

Tutti si salutano. Si conoscono e ti conoscono. Sanno tutto di tutti. E anche di più. Quel di più che colora e fa paese, tradizione, calore.

Eccolo. Passa ogni giorno. È Rocco, che con il suo motore a tre ruote si ferma proprio in piazza per vendere i prodotti della sua campagna. Quando si dice kilometro zero! Purtroppo di parcheggiato non c’è solo il suo mezzo. È vizio di paese non fare mai un passo a piedi. Peccato che i turisti che arrivano in questo lembo di terra, restano affascinati da tanta bellezza, ma a volte, sono costretti a trasformarsi in contorsionisti per riuscire ad immortalare quello scorcio senza auto a quell’agorà che tanto ammalia e risuona nel cuore! Capiterà anche a voi che state leggendo e che verrete nella mia isola del cuore. Ma è un dettaglio da poco.

I ricordi

Anche voi, come tutti gli altri che sono passati da Ceglie Messapica, porterete lontano da qui il ricordo goloso del panino cegliese, mortadella tonno capperi e provolone, un nostro vanto e pure low cost (appena due euro). A lungo vi faranno compagnia gli occhi vispi di Giuseppina Zanghet , che prepara il famoso panino cegliese nella cantina proprio difronte alla torre dell’orologio. Vi ricorderete dei profumi che escono dalle cucine degli innumerevoli ristoranti e trattorie che pullulano in ogni dove.

Nessun indirizzo.

Dovrei darvi dei consigli? Fatevi guidare dal naso e dall’istinto. Ovunque mangerete bene e ritroverete l’accoglienza del Sud. Per chi non lo sapesse, Ceglie Messapica è la capitale della gastronomia pugliese. Io, quando vengono dei miei amici dal nord, scelgo sempre Cibus. Angela e Lillino, i proprietari, mi fanno sentire a casa.

E vi ricorderete dei taralli, delle frise, del famoso biscotto cegliese, delle mozzarelle, delle scamorze, degli gnummariedd (involtini di carne) e del vento, che insieme al sole, non smetterà mai di accompagnarvi. E porterete con voi anche il ricordo del castello e di quel centro storico che vi gira tutt’intorno quasi a proteggerlo con un bianco così bianco da abbagliare e intimidire.

Ah, dimenticavo. Non vi disturberà il rintocco dell’orologio mentre sarete rapiti dalla Piazza. È fermo. E non è l’unico in questa terra! Alla faccia di chi continua a dire che “chi si ferma è perduto”!

Lucrezia Argentiero

Dalla tastiera di un pianoforte alla tastiera di un computer. Sono una giornalista filmaker, di origine pugliese e amo raccontare i territori.

1 commento

  1. Maria Carmela Ostillio

    Grazie Lucrezia. Bellissimo pezzo. Tu originaria di quei luoghi riesci a trasferire il sentimento che ci tiene legati ad essi ❤️. Che poi, a dirla tutta, non è solo il legame che fa scrivere e parlare in questo modo di una MERAVIGLIOSA CEGLIE 😊

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