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Il mio viaggio ai laghi di Monticchio e Melfi con la scuola

Testo scritto da Simone Di Latte della IG dell’Istituto Comprensivo Pessina Vitale Barnaba di Ostuni

Mi sono svegliato alle 6 di mattina, pronto per andare in gita. Oggi ci aspettano i laghi di Monticchio e Melfi! Il bus parte alle 6,45 per cui ci siamo dovuti sbrigare. Ed ecco un pullman a due piani che ci aspetta per il grande viaggio. Che figata! Vai alla conquista dei posti al piano superiore! Io mi sono seduto vicino al mio amico Davide e abbiamo giocato e scherzato per ben due ore e mezza. Arrivati a destinazione scendiamo dal bus. Sento subito un odore di foresta e di umidità. Si respira l’aria della Basilicata! E per la prima volta vedo un lago così da vicino. Io che amo il mare avrei voluto fare un bel tuffo in quelle acque, ma ovviamente non era permesso. Mi sono limitato a guardarlo. Lo specchio d’acqua era di forma circolare, circondata da una fitta vegetazione. È veramente affascinante.

Sul sentiero che ci conduce al museo di storia naturale

Sul sentiero che ci conduce al museo di storia naturale incontriamo qualcosa che ci fa spaventare. Una piccola serpe. Ovviamente tutte le ragazze iniziano ad urlare, mentre io guardo il serpente con attenzione e stupore. “Mamma mia che bello” urlo!

Arriviamo quindi al Museo di Storia Naturale del Vulture. Facciamo una pausa e nel frattempo facciamo una piccola sosta. Al museo la guida ci parla della storia e delle origini del lago. Un video ci riporta indietro a quando il vulcano del Vulture era attivo, eruttando lapilli e lava incandescente che aveva ridotto in cenere tutte le foreste intorno. Oggi quel grande cratere spento ospita il lago che per questo ha quella forma circolare particolare. La guida ci racconta degli uomini di Ancella che erano una popolazione ancora non molto sviluppata che era solita cacciare dei maestosi elefanti imparentati con il mammuth. Avevano dei precisi schemi di caccia come spingere gli animali in un burrone così da poter andare a prendere le pelli oppure far loro un’imboscata da dietro e trafiggerli con le lance.

Le cose che ho amato di più del mio viaggio ai laghi di Monticchio

Al museo sono rimasto molto colpito dai reperti archelogici che erano conservati lì. E poi la cosa che ho amato di più è stato il video sulla Bramea, ovvero un bruco che è stato scoperto nel 1963 che quando muta in farfalla diventa peloso sul corpo e gli sbucano delle grandi ali con chiazze nere. Gli esemplari maschi sono più piccoli rispetto alle femmine. Che figata questo museo! Sono rimasto davvero colpito da tutto quello che ho visto. E poi un altro incontro entusiasmante: lungo la strada incontriamo rane così piccole che addirittura possono stare nel palmo di una mano. Il loro diametro misura 1,5 cm. Io e i miei compagni siamo rimasti un bel po’ a guardarle e a fare dei video. Non avevo mai visto delle rane così piccole….quasi quasi me ne porto una a casa…anche no, meglio che vivano libere nel loro habitat! Il gruppo che ci segue ha addirittura avvistato una volpe. Che fortuna! Altra pausa, questa un po’ più lunga: divoro un panino dei trecento preparati da mia madre. Una bella sensazione mangiare in un bosco, assieme a tutti i miei compagni di classe.

Dopo i laghi di Monticchio ci aspetta Melfi

Dopo un’oretta, zaino in spalle nuovamente, si riparte per Melfi! Proprio negli ultimi giorni a scuola abbiamo studiato il grande imperatore Federico II di Svevia, che volle fortemente la costruzione di questo castello, come i tanti che adornano la Puglia e la Basilicata. E proprio a Melfi egli scrisse le Costituzioni Melfitane, un insieme di leggi che stabiliscono l’uguaglianza di tutti gli uomini di fronte alla legge. Federico II amava tantissimo la Puglia e la cultura, conosceva tante lingue e odiava fare la guerra. Che mito! Costruito sulla sommità di un colle e protetto da un fossato, il castello di Melfi ha ben dieci torri, per difendersi dagli attacchi nemici. Visto da lontano ha proprio un bell’aspetto, sembra quasi scivolare sulle pendici della collina.  Oltrepassiamo il ponte levatorio e siamo dentro. La guida ci mostra i cortili, le scuderie che un tempo ospitavano tanti cavalli, le sale interne fino all’imponente sala del trono e la sala delle scodelle (che nome!), dove furono scritte le costituzioni.

Uno sguardo dalla finestra al bel panorama sotto i nostri occhi e poi…il pullman ci riaspetta!

Lo zaino è più leggero ma più ricco, di tanti bei momenti trascorsi insieme ai miei amici.

Se ti è piaciuto questo articolo leggi anche “Il mio viaggio a Napoli con la scuola”

redazione

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